Francesco Lorenzetti è nato a Siena il 9 Ottobre 1976, dove tutt’ora vive e lavora. Cresciuto in un crocevia di influenze artistiche fin dall’infanzia, nel 2001 inizia a lavorare come grafico con quella che sarebbe poi divenuta sua moglie, Elena. L’influenza della suocera Rita e della sua famiglia artistica lo spinge nel 2005 a iniziare a disegnare concentrandosi sulla ritrattistica, sperimentando varie tecniche (polvere di grafite, circulismo) e medium (grafite, carboncino, matite colorate). Nel 2011 inizia a dipingere a olio, alternando tecnica fiamminga e pittura alla prima.
Dei suoi Ritratti dice: « Quello che mi propongo quando eseguo un ritratto non è solamente catturare la somiglianza, ma “fermare” l’anima che regna nello sguardo e condividere attraverso essa gli stati d’animo che mi hanno ispirato ».
Francesco Lorenzetti was born in Siena, Tuscany (Italy) where he lives and works, on October 9th 1976 . He’s been drawing since 2005. He found out the passion for portrait since then. At the beginning, he was drawing his portraits by using mechanical pencil, graphite, charcoal according to circulism and graphite dust rules, but as a result of a neverending evolution process, he started to use a graphics tablet as the main means of expression.
About his art he says: «What I want to do when I’m drawing a portrait is not only to catch the likeness but also to block the soul that stands in the look. By doing so I’m able to share the states of mind that inspired me»
ARTICOLI
TRADUZIONE
Le Celebrità sono sempre state delle Muse per gli artisti, così non c’è da stupirsi se l’illustratore Francesco Lorenzetti ha usato facce familiari di personaggi famosi in una serie di sutdi sul ritratto. Come nessun altro, comunque, Lorenzetti non ha scelto di disegnare queste stars come caricature o in maniera totalmente realistica, bensì ha optato per una via di mezzo.
Qui potete vedere alcuni suoi ritratti di Rowan Atkinson, Alfred Hitchcock, Salvador Dali, Marilyn Manson and Michael C. Hall, tutti disegnati con una precisione fotorealistica eccetto che per il fatto che ognuno di loro ha un trucco da clown. Perchè egli abbia scelto questo stile è un mistero per me, però il suo ritratto intitolato “why so serious?” mi suggerisce che il Lorenzetti è stato ispirato dal “Joker del Cavaliere Oscuro”. Per quanto riguarda Francesco Lorenzetti stesso, egli è un prolifico Artista Italiano che ha un’inspiegabile abilità nel catturare la somiglianza umana usando strumenti tradizionali.
TESTO ORIGINALE
Celebrity Clown Portraits: Francesco Lorenzetti Depicts Starts with Jester-Like Make-Up
di Jason Soy on: http://www.trendhunter.com/trends/francesco-lorenzetti
Celebrities have been muses for artists since their existence, so not surprisingly, illustrator Francesco Lorenzetti used familiar famous faces in a series of portrait studies. Unlike others, however, Lorenzetti didn’t opt to render stars as caricatures or in a realistic manner; he chose something in between. Seen here are his portraits of Rowan Atkinson, Alfred Hitchcock, Salvador Dali, Marilyn Manson and Michael C. Hall, all rendered with photorealistic precision except for the fact that they all have clown make-up on. Why he chose to do so is a mystery to me, though a “why so serious?” description for one of his drawings suggests he was inspired by The Dark Knight’s Joker.
As for Francesco Lorenzetti himself, he is a prolific Italian artist who has an uncanny ability to capture human likeness using traditional tools.
RECENSIONI
RECENSIONE di Elena Frasca Odorizzi (2012)
Tra tipizzazione e verismo, verità e apparenza, il Ritratto documenta, fin dall’Antichità, gli aspetti sociali, politici e personali della vita pubblica e privata dell’essere umano. A partire dal Rinascimento la componente intellettuale inizia a prevalere su quella manuale e la figura dell’Artista si emancipa da quella del Tecnicus. I Ritrattisti diventano sempre più abili nel catturare e caratterizzare l’immagine fisiognomica dei loro Soggetti, ma anche nel rappresentarne i sentimenti più intimi. Il Ritratto non racconta più soltanto Chi siamo stati, ma anche Chi siamo qui e ora e Chi non saremo mai più. L’Artista è ormai simile a un Demiurgo, capace di creare Alter Ego speculari, doppioni inanimati nei quali i Committenti possono racchiudere e preservare quella parte di loro stessi che vogliono far vivere per sempre. Ecco quindi che nel Seicento, l’antica credenza nei Ritratti Viventi torna in auge con Bernini e Velazquez, e si rafforza nell’Ottocento con l’invenzione della Macchina Fotografia, che «magicamente» rende memorabili e immortali i momenti più significativi della Vita di tutti, anche quelli delle persone comuni.
Lo scrittore Oscar Wilde sintetizza le superstizioni, che ormai ruotano intorno a quest’Arte, in un romanzo nel quale è il Ritratto a invecchiare al posto del protagonista, ma d’altra parte quale Ritratto può definirsi tale se non “ruba l’Anima all’Originale”? Cogliere l’Anima che regna nello sguardo e fissarne l’essenza sulla Tela è questo il sogno di ogni Artista ed è ciò che caratterizza anche l’Arte di Francesco Lorenzetti. Artista senese, nato nel 1976, ha iniziato a disegnare a partire dal 2005, riscoprendo e maturando quella naturale predisposizione al Ritratto, che aveva mostrato di possedere fin da bambino. Per rendere vivi i suoi Ritratti cattura non solo la Somiglianza, ma anche lo Stato d’Animo del Soggetto e vi riesce perché la prima cosa che il suo Occhio interiore cerca, è quello «scintillio dell’iride», che secondo Socrate, era la parte più autentica e sostanziale dell’essere umano.
Quando tra Francesco Lorenzetti e il suo Soggetto scatta la giusta sympatheia allora questo gioco di sguardi, pensieri e parole mai dette si traduce immediatamente in linee, forme, colori, tratti di matita e colpi di pennello, eseguiti talvolta ossessivamente, talvolta in modo spensierato. Attori, Scrittori, Musicisti, Politici, Gente Comune, Anziani e Animali sono i suoi soggetti preferiti, ma solo se nascosta nei loro occhi c’è una Storia che valga la pena di essere raccontata. Se c’è, allora luci, ombre, rughe, espressioni, asimmetrie, difetti, dettagli e segni del tempo danno corpo al Ritratto, che prende vita, tra polvere di grafite e pigmenti oleosi, circolismi e velature fiamminghe. Più l’Artista sente le emozioni del Soggetto come fossero sue, più ogni Tratto si concatena naturalmente con quello successivo, come se l’Opera «si disegnasse da sè», come se Francesco Lorenzetti non guardasse l’immagine fisica che ha davanti, ma contemplasse l’immagine emotiva che si è impressa nella sua Mente, quando si è aperto alle emozioni e alle esperienze «dell’Altro». E sono proprio queste sensazioni, queste visioni interiori che, cerca di comunicare all’Osservatore, per renderlo partecipe di un Dialogo, dal quale, altrimenti, come semplice Spettatore, resterebbe emotivamente escluso.
RECENSIONE di Giulia Parri (2012).
Francesco Lorenzetti, il Ritrattista acchiappaemozioni
Immersa nelle ammalianti Crete Senesi si trova la bottega-studio di un giovane artista, Francesco Lorenzetti, il cui cognome non può che rammentare quella gloriosa famiglia di pittori senesi che nel 1300 diffusero una tradizione pittorica divenuta immortale, attraverso gli affreschi del Buon Governo di Ambrogio e nelle pitture sacre del fratello Pietro. Nato il 9 ottobre 1976 nella città della Torre del Mangia, Francesco inizia ad avvicinarsi negli anni Novanta all’Arte, ispirato da un noto artista senese che, senza volerlo, lo instrada a cimentarsi con il Disegno.
Un innato talento esplode nei suoi primi lavori animati da maestria tecnica e giochi di luce. È così che la passione lo avvolge e cresce, manifestandosi in una continua ricerca, in uno studio personale che lo portano a scegliere di divenire Ritrattista di Professione. «Da ritrattista quello che mi propongo non è solamente catturare la somiglianza, ma “fermare” l’anima che regna nello sguardo e condividere attraverso essa gli stati d’animo che mi hanno ispirato», così l’Artista ama descrivere il suo Lavoro. Un volto buffo, un dettaglio imperfetto, un’espressione particolare adombrata da pensieri nascosti, lo spingono a indagare le forme più improbabili, come una sfida volta a esaltare e mutare in attraente ciò che a primo impatto può sembrare quasi grottesco. Gli Occhi dei suoi ritratti ti rapiscono e ti catapultano in un tour mentale, che porta a perdersi in un mondo onirico, del tutto personale. Varcare la soglia del suo studio è quasi un’esperienza “imbarazzante”, con tutti quei ritratti che ti lanciano sguardi da ogni angolazione. Artisti come Salvador Dalì e registi come Alfred Hitchcock, attori come Totò e famosi musicisti come Jimi Hendrix sono immortalati da Francesco nei suoi quadri, ma il giovane senese non si dedica solo a icone mondiali, anche un volto anonimo può entrare a far parte del suo immaginario creativo, come Moschino un vecchio suo compaesano, o il suonatore di chiarina, che ritrae il Signor Mazzini un personaggio storico della Festa del Palio. Il realismo di Francesco Lorenzetti si esprime con egual slancio anche nei confronti del mondo naturale e animale. Ci sono opere come Caterpillar e Rhino Colour, un bruco e un rinoceronte che sembrano muoversi tanto sono dettagliate. Carboncino, matita, china e olio sono i materiali che privilegia. Nel disegno alterna il tratto con tecniche che vanno dal circolismo al cross hatching, dal puntinismo all’utilizzo del pennello. Le sue opere giocano sul bilanciamento dei chiaroscuri, sulle luci e sulle ombre che si rincorrono in una monocromia che diventa talvolta scultorea, quando decide di giocare sulla grana della carta che ama “sporcare” e rendere “vissuta”.
Nella pittura a Olio predilige la Tecnica fiamminga (pittura indiretta), che prevede la creazione del dipinto per fasi, partendo da uno studio preliminare in toni di color “Terra”, attraverso livelli di Scala di Grigi, sino ad arrivare al livello finale del colore vero e proprio. Il suo stile, accademico per qualità tecnica, ha in realtà una creatività personale e autentica che gli permette di mutare ed elevare iconograficamente un particolare, oggettivamente “difettoso”, o al limite della caricatura, a massima espressione artistica. Descrivere minuziosamente le fattezze più strane e i tratti talvolta più irregolari sono le sfide che accetta dalla Natura o da una Fisionomia. Le sue opere parlano e catturano come se avessero un’anima nascosta che ci emoziona, pescando nel nostro Io più recondito un ricordo, un attimo in cui ci riconosciamo empaticamente, facendoci vivere un momento speciale, tutto nostro, anche se non si tratta del nostro Ritratto!
MOSTRA ANNO 2016